VACCINO ANTI-HPV: proteggersi contro il cancro sin dall’adolescenza

Proteggersi contro il Papilloma virus si può ed è gratuito per numerosi gruppi di popolazione, sia adolescenti che adulti. La Regione Piemonte ha pertanto previsto l’offerta attiva e gratuita del vaccino per alcune categorie selezionate di persone.


Il vaccino contro il Papilloma virus: facciamo chiarezza.

Il vaccino contro il Papillomavirus umano (HPV) fornisce una protezione sicura ed efficace contro le infezioni da HPV, che è la causa più frequente di malattie sessualmente trasmesse. La maggior parte delle infezioni sono transitorie ed asintomatiche, tuttavia la persistenza del virus può dare origine allo sviluppo di lesioni benigne (come le verruche genitali) e maligne (lesioni precancerose e cancerose della regione ano-genitale e dell’orofaringe). In particolare, HPV è la causa principale del carcinoma della cervice uterina oltre che di alcuni tumori della vagina, della vulva, del pene, dell'ano e dell'orofaringe.

In tutto il mondo, il cancro della cervice uterina è al quarto posto come frequenza di diagnosi tra le donne e rappresenta la quarta causa di morte per cancro nel genere femminile. E’ stato infatti stimato l’impatto che il cancro della cervice ha sulla qualità della vita, osservando in termini di anni di vita in salute persi (DALYs) la perdita di otto milioni di anni tra le donne di tutto il mondo. Nel nostro Paese la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è del 68%, e secondo i dati Istat ogni anno muoiono 500 donne a causa della malattia. (sito AIRC)

La diffusione del vaccino in Italia.

Il vaccino può essere somministrato a partire da 9 anni di età; in Italia viene offerto gratuitamente ed in modo attivo alle bambine e ai bambini nel dodicesimo anno di vita (undici anni compiuti) in tutte le Regioni e Province Autonome italiane.

La vaccinazione anti-HPV è stata introdotta in Italia nel 2007, con un’offerta sul territorio nazionale alle ragazze al 12° anno di età; nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale del 2017-2019 l’offerta attiva e gratuita viene estesa anche ai coetanei maschi.

I dati delle coperture vaccinali visibili nel grafico (Fig.1) suddiviso per coorti (anno di nascita) e per genere (maschi M e femmine F) confermano che è presente un trend di miglioramento sulle singole coorti di nascita (compresi i recuperi vaccinali), con eccezione per gli anni 2020 e 2021 influenzati dalla pandemia da COVID-19. Tuttavia, la copertura vaccinale media rimane costantemente al di sotto della soglia ottimale prevista dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019. Infatti, secondo quanto riportato, la mission attuale prevede l’immunizzazione degli adolescenti di entrambi i sessi e coperture vaccinali per ciclo completo superiore al 95%.

È dunque importante promuovere la vaccinazione HPV con interventi mirati (educazione nelle scuole, sensibilizzazione dei genitori) tenendo presente che la vaccinazione anti-HPV, pur non rientrando tra le vaccinazioni obbligatorie secondo la Legge 119 del 2017, è compresa tra i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), ossia quelle prestazioni fornite gratuitamente su tutto il territorio nazionale.


Fig.1 Nel grafico sono rappresentate per coorte di nascita le coperture vaccinali di adolescenti. Prevalenza al 31.12.2021
Fig.1 Nel grafico sono rappresentate per coorte di nascita le coperture vaccinali di adolescenti. Prevalenza al 31.12.2021

Cosa influenza la scelta della vaccinazione. Il punto di vista degli adolescenti e dei genitori.

Secondo quanto si legge in letteratura, la sensibilizzazione della popolazione adolescente femminile sembra essere maggiore in tema di rischio di infezione da HPV e quindi predisposizione alla vaccinazione per la sua prevenzione.

Nonostante una maggiore percezione del rischio infettivo tra le ragazze, lo strumento preventivo del vaccino sembra essere considerato sicuro ed efficace soprattutto dal pubblico maschile interessato.

Pertanto, le potenziali cause di esitazione e di rifiuto nei confronti del vaccino sono molteplici. Spesso si tratta semplicemente di mancata conoscenza e carenza di informazioni a proposito, così come il rischio percepito di contrarre la malattia ed andare incontro alle sequele risulta piuttosto basso tra coloro che non si sottopongono alla vaccinazione. Ulteriori determinanti di scelta sono rappresentati dalla percezione di efficacia e sicurezza del vaccino, così come l’accessibilità ed il costo del servizio stesso. È stato inoltre osservato che una maggiore informazione, dispensata ad esempio a scuola, possa influenzare positivamente l’opinione e la scelta di sottoporsi alla vaccinazione.

Il rifiuto dei genitori è un ostacolo significativo nella tempestiva vaccinazione contro l'HPV.

In seguito ad uno studio condotto negli Stati Uniti, si è osservata una tendenza importante da parte dei genitori a richiedere un secondo parere medico prima di far vaccinare i propri figli, soprattutto nei casi in cui avessero consultato del materiale reperibile tramite Internet e Social Media. In particolare, genitori di figli maschi e di bambini piccoli hanno dichiarato una preoccupazione maggiore nel cercare ulteriori conferme riguardo alle loro scelte vaccinali.

In relazione ad un possibile stigma che correli un precoce inizio dell’attività sessuale da parte degli adolescenti con l’accesso alla vaccinazione contro HPV, gli studi riportano risultati contrastanti. Sembra che le credenze religiose possano avere un impatto tendenzialmente negativo riguardo alle conoscenze sul rischio di infezione da HPV e sull’esistenza di un vaccino specifico. Tuttavia, le strategie vaccinali più efficaci si sono rilevate quelle basate sul reclutamento per coorti di età che per popolazioni a rischio di malattia. In tema di prevenzione, una somministrazione precoce aumenta l’efficacia dell’intervento, indipendentemente dall’età di inizio dell’attività sessuale. Infine è stata osservato un maggiore sviluppo di efficace risposta immunitaria nei bambini rispetto agli adolescenti di età superiore ai 15 anni.

Al momento non ci sono evidenze che la vaccinazione contro HPV possa indurre in qualche modo un comportamento sessuale più disinibito e quindi a maggior rischio di esposizione a malattie sessualmente trasmesse. Se si considera che l’adesione alla vaccinazione aumenta tra coloro che sono maggiormente informati sul rischio di malattie sessualmente trasmesse (incluso HPV) e che il timore di contrarre malattie per le quali non esiste un vaccino o una cura (es. HIV) serva da determinante per l’adozione di un comportamento sessuale responsabile e protettivo, si potrebbe dedurre che non esista alcuna associazione tra vaccinazione e disinibizione sessuale.

Coperture vaccinali adeguate corrispondono a un guadagno di salute, anche in termini economici.

Un recente studio italiano ha stimato che coperture vaccinali ottimali pari al 95% della popolazione adolescente permetterebbe un risparmio di più di 500 milioni di euro per lo Stato italiano, al netto dei costi relativi alle campagne di vaccinazione. Inoltre il vaccino nonavalente permetterebbe di evitare più di 20 mila casi di tumori della cervice uterina e quasi 300 mila diagnosi di lesioni cervicale precancerose. Si deduce pertanto che il rapporto costo-beneficio ed il risparmio in termini di salute da parte della popolazione è fortemente a favore dell’implementazione e della prosecuzione dell’attuale programma di vaccinazione universale di tutti gli adolescenti a partire dai 12 anni di età e delle classi di adulti a rischio.

Fonti / Bibliografia
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